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Ciriè 2008: E' stato
Questo lavoro segna un passaggio fondamentale nel mio percorso
fotografico, si supera lo scalino e si va avanti.
Stop a formalismi estetizzanti (Ciriè Obliqua), sete
di oggettività, il fotografo si ritrae per quanto possibile,
si mette da parte, lascia spazio allo strumento registratore
di scene davanti al quale si abbandona.
Si recupera l’essenza della fotografia come fissatore
di istanti e testimone oculare di momenti accaduti (E' stato),
i luoghi indagati mettono in relazione l'autore con la sua
presenza nella scena stessa, che attraverso l'immagine può
affermare:"Io c'ero dunque esisto".
“E’ stato” testimonia un periodo di cambiamenti
urbani e di luoghi temporaneamente “svuotati”
dalla funzione per cui sono stati pensati, visioni notturne
del perpetuo mutare, con la speranza di divenire documento
storico per la città.
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